Vitamina D e obesità

La carenza di vitamina D è un circolo vizioso (che si può risolvere)

Pubblicato il 23 Gennaio 2023

È stato osservato che uno stile di vita sbilanciato, ovvero che promuove una condizione di sovrappeso e obesità, è spesso associato a una carenza di vitamina D. Ma vediamo meglio perché e perché l’integrazione può risultare particolarmente importante.

 

L’ipovitaminosi D, effetto dell’obesità

I tessuti adiposi in eccesso rendono più difficoltoso il reperimento di questo pre-ormone, che essendo liposolubile viene sottratto dall’adipe prima che arrivi a tutto l’organismo. Come riportano diversi studi pubblicati dalla Società Italiana di Endocrinologia, che dichiara come l’ipovitaminosi D aumenti con l’aumentare dell’Indice di Massa Corporea.

Oltre a ciò, come riporta la stessa Società Italiana di Endocrinologia, la carenza di vitamina D favorirebbe l’accumulo di massa grassa, in quanto le persone in sovrappeso o obese mostrano una maggiore difficoltà nella reperibilità della vitamina D a causa dello stile di vita sedentario e poco esposto alla luce solare, ma anche a causa del sequestro della vitamina D da parte del tessuto adiposo che la rende non bio-disponibile.

 

Integrare la vitamina D in caso di obesità

Per quanto riguarda le dosi integrative, le persone con obesità devono prevedere — sempre previo consulto e sotto il controllo del proprio medico curante — quantità di vitamina D3 o colecalciferolo più alte rispetto alle persone non obese, arrivando a circa 6000-10000 UI giornaliere.

Contenuto sviluppato in collaborazione con Mamma Prét-à-porter.
Revisione scientifica a cura della dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista.